Anche da Arona un appello alla legge Zan
martedì 30 marzo 2021
Lettera aperta ai senatori della commissione giustizia inviata dall’aronese Elena Broggi vicepresidente Agedo Nazionale e presidente Agedo Verbania
Cari senatori della Lega, di Fratelli d’Italia e non solo,
vi scrivo come membro della Associazione A.GE.D.O. (genitori, parenti e amici delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, +, www.agedonazionale.org) che forse non conoscete.
Vi sentiamo spesso in ogni occasione parlare con molta enfasi di figli e famiglie da difendere e tutelare ma quando siamo al dunque ci sembrate contraddittori. Siamo padri e madri fratelli e sorelle di ragazze e ragazzi che hanno un orientamento sessuale o una identità di genere altri rispetto alla maggioranza delle persone e per questo percepiti come diversi.
C’è un grosso ma; loro sono così e forse per questo meritano meno rispetto e tutele degli altri? Perché? In nome di quali principi superiori qualcuno può essere discriminato per una sua caratteristica intrinseca?
È anni che aspettiamo risposte ma da palchi (a volte trasformati in pulpiti) ascoltiamo solo parole di misconoscimento e denigrazione piene di falsità che incitano alla discriminazione e all’odio in nome di una naturalità che esiste solo nelle fantasie di qualcuno.
Le nostre sono famiglie e loro sono figli nostri e vostri non marziani o forse non siamo degni della vostra attenzione perché imperfetti?
È ora di finirla e di essere conseguenti con quello che dite. La legge sul contrasto alla omo-lesbo-bi-transfobia (la cd Zan) é in dirittura d’arrivo e a vostro parere non é degna nemmeno di essere messa a calendario dei lavori e siete disponibili a fare le barricate contro. Ma i media pieni tutti i giorni di episodi di aggressioni e insulti, in nome di una supposta morale, li vedete o no. (Vedi l’elenco degli episodi di omo/transfobia in Italia dall’ottobre 2012 ad oggi da omofobia.org)
Lasciate perdere la libertà di parola che nessuno ha mai pensato di limitare e la proposta di legge in modo chiaro esclude la propaganda. Qui si tratta di integrare l’orientamento sessuale e l’identità di genere tra le ragioni che possono determinare l’istigazione e il compimento di atti discriminatori e violenti e di odio e non altro.
Cosa turba le vostre coscienze? Perché la normalità e la naturalezza nostra e delle nostre figlie e figli vi disturba così tanto? Forse le nostre famiglie valgono meno delle altre?
Perché ignorare che tutti i paesi europei più avanzati hanno norme ben più progredite senza che a nessuno sia impedito di esprimere le proprie idee?
Avete una occasione storica per tutelare anche noi. Non sprecatela.
Con cordialità
Elena Broggi, Vicepresidente Agedo Nazionale e Presidente Agedo Verbania
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venerdì 2 aprile 2021
Lettera aperta alla presidente del Senato avv.ta Maria Elisabetta Alberti Casellati
Cara Presidente,
Siamo genitori, familiari e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e con altre identità sessuali (LGBT+) e già dal 1993 abbiamo sentito il bisogno di riconoscerci in un’associazione avendo ben chiaro che lo stigma sociale era ancora molto forte e che la non adeguatezza dell’ordinamento dava loro diritti molto minori e li esponeva a azioni negative, bullismo e disconoscimento delle loro vite ed affettività. Ad oggi molto é cambiato ma siamo ancora in una situazione non positiva.
La nostra associazione si chiama A.GE.D.O. e ha la finalità di sostenere, con una corretta informazione e una aperta condivisione, tutti quei genitori che, a seguito del coming out dei loro figli, da soli non riescono ad adattarsi serenamente alla nuova consapevolezza, accompagnandoli verso una “rinascita” che favorisca una seconda, nuova e più completa genitorialità ed inoltre partecipiamo alla vita pubblica battendoci per creare condizioni di vita migliori per tutti coloro che sono percepiti come altri e diversi.
Siamo orgogliosi di loro persone assolutamente uguali alle altre che contribuiscono come gli altri al bene comune e cercano la felicità accanto alle persone che amano.
Ci chiediamo allora perché spesso viviamo un disagio anche noi familiari? Questo é dovuto alla consapevolezza di una mancata piena inclusione da parte della società che, troppo spesso, sfocia in aperta ostilità. Sono oggetto di insulti, derisione, aggressioni, violenze, per l’unica “colpa” di essere quello che sono e quando escono e ci salutano, a volte dobbiamo fare uno sforzo in più per cacciare via un brutto pensiero, reprimere un’inquietudine soprattutto nei periodi in cui la cronaca ci restituisce quasi ogni giorno notizie davvero terribili e sconfortanti.
Le persone LGBT+ non hanno la stessa libertà degli eterosessuali, non possono mostrare una tenerezza, un gesto d’affetto verso la persona che amano quando sono in pubblico; devono reprimere il desiderio di prendersi per mano, anche solo per un attimo, e noi soffriamo nel pensare a questa loro vita nella quale sono costretti a muoversi con circospezione al punto spesso di fingere anche in famiglia, sul luogo di lavoro, a scuola. Che libertà é questa dove il giudizio degli altri condiziona l’espressione della propria identità?
Il nostro amato Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espressamente dichiarato che “la discriminazione non solo viola i diritti umani, ma lede il diritto all’uguaglianza”.
La discriminazione c’è a scuola, sul luogo di lavoro, negli spazi pubblici, nei luoghi di preghiera ed in qualsiasi luogo dove si svolga la loro vita sociale. Perché questo accade ancora oggi in un Paese europeo avanzato?
Il problema é antico e ha solide basi culturali, sociali e religiose ma noi pensiamo che i tempi siano maturi per contrastare in modo netto queste derive e per avere legislazioni adeguate.
Ci sembra davvero indispensabile che una società civile e matura ritenga intollerabile, e quindi, punibile, un atteggiamento aggressivo e spesso violento, basato esclusivamente sulla discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità come previsto dal DDL in discussione presso codesta assemblea avente per titolo «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità», dopo essere stato approvato alla Camera del Deputati.
Una cosa che lascia francamente sconcertati è il timore paventato da alcuni della lesione del diritto di libertà di parola e di espressione. Quando nel testo licenziato dalla Camera é ribadito “Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte».
La libertà di parola e di espressione del pensiero non è illimitata e ci deve essere un bilanciamento con altri diritti di rango uguale se non superiore, quali il rispetto delle persone e della loro identità, dignità e personalità e questo vale per tutti. Lo stesso discorso si riferisce anche alla libertà di insegnamento, a meno che non si voglia far prevalere l’idea di quelle frange rumorose ed estremiste che intenderebbero trasformare i pulpiti e le scuole e le famiglie in luoghi dove si diffondono discorsi e si istiga a compiere delitti di odio, il che ci sembra difficile anche solo pensarlo.
Oggi tutto é fermo nella Commissione Giustizia che non é riuscita a iscrivere ancora a calendario d’aula il provvedimento il che appare francamente ostruzionistico. Si può naturalmente e legittimamente essere contro ma perché non farlo nella sede assembleare propria assumendosene la responsabilità senza nascondersi dietro cavilli procedurali?
Il tema della tutela dei diritti è sempre centrale, mai secondario e il nostro Paese non può sopportare l’ulteriore protrarsi dell’assenza di una normativa di contrasto all’odio e alla violenza determinati dall’appartenenza a gruppi minoritari.
Le chiediamo, facendo appello alla sua autorevolezza e terzietà, di adoperarsi secondo le sue prerogative perché l’aula possa in tempi congrui essere chiamata a deliberare sulla proposta che, tra l’altro, é l’unica di iniziativa parlamentare approvata nello scorso anno alla Camera.
Ringraziandola per l’attenzione le auguriamo Buon lavoro e Buone Feste.
Fiorenzo Gimelli – Presidente