Finché la barca va…
martedì 9 maggio 2017
Finché la barca va… “lasciala andare,… tu non remare, … stai a guardare” è l’orecchiabile ritornello di una rilassante canzone degli anni 60 del secolo scorso che inneggia alla quotidianità della vita condendola di popolare sagacia.
Avremmo ben volentieri ri-canterellato quel ritornello, rimanendo a guardare la barca dell’Amministrazione e lasciarla andare senza remarle contro, se:
► l’annoverare da parte dell’Amministrazione fra gli sponsors dell’Arco di Palmira, senza indicare la natura e l’entità della sponsorizzazione, di un’azienda, che intrattiene rapporti negoziali con la Polizia Locale, o addirittura un’associazione culturale, destinataria di contribuzioni comunali annuali, non confliggesse con il principio della trasparenza amministrativa.
La farlocca dichiarazione della spesa “a costo zero” per il Comune in occasione della manifestazione dell’Offshore è un’esperienza difficilmente dimenticabile per non tornare a vigilare e scongiurare un connubio innaturale tra trasparenza amministrativa e alchimia contabile.
La trasparenza richiede (sempre, ma in modo particolare nell’evidenziate situazioni) l’enunciazione del valore d’apporto (finanziario o di prestazione di servizi) della sponsorizzazione sin dalla manifestazione di volontà da parte dei soggetti sponsorizzanti, e ad oggi non pubblicizzato.
► la convocazione del Consiglio Comunale alle ore 10,00 di lunedì 8 maggio nell’aula magna del Liceo “E. Fermi” non avesse evidenziato che “la trovata del Sindaco” per quanto estrosa – come dallo stesso narrata – sotto il profilo propagandistico sarebbe stata pienamente legittima, se – a inizio di mandato – fosse stato applicato l’art. 18 dello statuto comunale.
Infatti, prima dello scadere del precedente mandato amministrativo fu inserita nell’ordinamento statutario la facoltà che il Sindaco, neo-eletto, potesse assumere la funzione di Presidente del Consiglio, non costituendo, ormai da tempo, novità il suo fare di “uomo solo al comando” e procurando nel contempo un’economia per le casse del Comune.
Alla luce di quanto emerso in questo scorcio di mandato, e in modo eclatante in quest’ultima circostanza, viene nuovamente da chiedersi perché mai il Sindaco non abbia fatto ricorso a questa clausola – da lui stesso approvata -, evitando in tal modo di sminuire malamente l’autonomia decisionale che, nella materia, il regolamento interno di funzionamento del Consiglio Comunale riserva in via generale ad altre figure istituzionali.
Tanto per intenderci l’art. 9 demanda la definizione del programma delle attività del Consiglio alla Conferenza dei Capigruppo, presieduta e convocata dal Presidente del Consiglio.
Tralasciamo di approfondire il tema per non essere irrispettosi verso chi – nei fatti – si è prestata a far ratificare formalmente la decisione “partorita” in un contesto ambientale e istituzionale diverso da quello sopra rappresentato, confidando comunque in un sussulto interiore per mostrare la propria sensibilità alla valenza giuridica ed etica, come da consolidata tradizione, dell’Ordinamento Comunale.
A tal fine, vale proprio la pena di ricordare che in passato era prassi assai diffusa, conservata ancora oggi in diversi Comuni, di affidare la presidenza del Consiglio alla minoranza consiliare.
Invero, unici destinatari del testimoniato rispetto e della manifestata conservazione della autonomia decisionale attribuita dall’Ordinamento Comunale sono i contribuenti aronesi di ogni colore politico dal momento che l’indennità, anche se modesta, percepita mensilmente è finanziata con l’addizionale irpef prelevata loro d’imperio.
M. Cavalli – A. Di Natale – M. Ziggiotto