Il viaggio di Massimiliano Caligara nei campi profughi Saharawi
mercoledì 26 aprile 2017
Sesto viaggio di Massimiliano Caligara presidente degli Amici del Lago nei campi profughi nel deserto algerino con una delegazione italiana di ONG. Attivati i progetti di solidarietà a sostegno della popolazione Saharawi.
Settimana scorsa Massimiliano Caligara, presidente dell’associazione Gli Amici del Lago – onlus, si è recato per la sesta volta nei campi profughi Saharawi, situati nel sud ovest del deserto algerino, con una delegazione di ONG italiane che da tempo sostengono la causa di questa popolazione. Questo viaggio ha costituito l’occasione per consegnare direttamente alla governatrice della Wilaya (provincia) di Auserd i fondi raccolti lo scorso mese di marzo, nell’ambito del progetto Donna Saharawi. Un finanziamento di 2.000 Euro al quale hanno contribuito otto comuni del circondario guidati dal comune di Arona nel ruolo di capocordata. Queste risorse saranno destinate alla ristrutturazione di un laboratorio di cucito del campo profughi di Tindouf, nella Wilaya di Auserd, che si trova nel deserto algerino.
Il laboratorio consentirà di confezionare e riparare abiti e tessuti di uso domestico servendo un bacino di utenza di circa 30.000 persone. Questo piccolo modello produttivo ed economico, oltre a svolgere un servizio alla popolazione, assicurerà l’impiego di 10 donne che potranno così contribuire al reddito delle loro famiglie.
I Comuni che hanno sostenuto l’iniziativa, oltre ad Arona sono: Borgomanero, Castelletto Ticino, Dormelletto, Invorio, Lesa, Meina, Pombia. Questo finanziamento è stato integrato da ulteriori 500 Euro raccolti dai presidi soci di Nova Coop di Arona e Borgomanero. Questa iniziativa di solidarietà è stata dedicata alla memoria di Claudia Bersani, la responsabile delle attività sociali di Nova Coop nel territorio, recentemente scomparsa in un tragico incidente stradale.
Inoltre “Gli Amici del Lago”, in aggiunta al budget raccolto dai Comuni, hanno donato 1.500 Euro per finanziare la ristrutturazione di un laboratorio di carpenteria. Questa attività oltre a creare posti di lavoro per la popolazione giovanile, contribuirà nello stesso tempo a consolidare a livello generale alcune infrastrutture minime nella Wilaya di Auserd.
Un popolo che ha investito nella pace e nella cultura
Il viaggio è stato anche l’occasione per rinnovare oltre 150 adozioni a distanza di bambini Saharawi nell’ambito del progetto “Semi di naso rosso” dell’associazione Città Visibili (di cui siamo nel direttivo e soci fondatori), oltre a consegnare 25 kg di materiale didattico per le scuole. L’istruzione e la cultura sono un aspetto fondamentale e oggi, malgrado le difficili condizioni di vita nei campi profughi, la popolazione Saharawi ha raggiunto la più alta alfabetizzazione di tutta l’Africa. Il sapere, la conoscenza e l’interscambio con le altre culture sono il primo antidoto nei confronti della violenza, delle guerre e del terrorismo.
Iniziative nella sanità
Sono stati consegnati anche circa 35 kg di farmaci medicinali per il dispensario dell’ ospedale di Auserd. Da segnalare che parte della delegazione italiana era costituita da alcuni laureandi di medicina dell’Università della Sapienza di Roma guidati dal prof. Stefano Marini che nell’ambito del loro programma di studi hanno dedicato del tempo nelle attività volontariato socio-sanitario operando in condizioni ambientali difficili.
Confermati i periodi di soggiorno estivo nel Verbano dei bambini “Piccoli Ambasciatori di Pace”
Anche quest’ anno circa 6.000 bambini dei campi profughi Saharawi, dagli 8 ai 10 anni, grazie alla cooperazione internazionale e il sostegno di numerose ONG, enti e istituzioni, vengono ospitati per una breve vacanza in paesi Europei.
Questo viaggio ha costituito l’occasione per programmare il consueto soggiorno di circa 15 bambini nel nostro territorio. Questa iniziativa, coordinata dagli Amici del Lago, è diventata ormai da diversi anni un impegno fisso per il mese di agosto e vede il coinvolgimento e la collaborazione dei Comuni e degli enti locali, di numerose associazioni del territorio, aziende e privati, tutti impegnati a far trascorrere alcuni giorni in serenità ai bambini Saharawi che svolgono un importante compito di “piccoli ambasciatori di pace”. Oltre al soggiorno di vacanza, nei giorni della loro permanenza in Italia è previsto anche un intenso programma di visite e cure mediche e odontoiatriche.
Le iniziative di sostegno politico della causa Saharawi
Nel corso del viaggio è stato illustrato alle autorità politiche Saharawi anche un Ordine del Giorno della Regione Piemonte presentato dal consigliere regionale Domenico Rossi per l’appoggio alle richieste della Repubblica Araba Sahara Democratica e con l’impegno di reperire delle risorse, nell’ambito del settore cooperazione, per il sostegno a progetti di sviluppo.
Alcune dichiarazioni di Massimiliano Caligara presidente degli Amici del Lago
“Questo è il mio sesto viaggio nei campi profughi Saharawi nel deserto algerino. Dal mio primo viaggio sono trascorsi 10 anni, e ogni volta provo delle emozioni fortissime. Da un lato ho il piacere di incontrare e ritrovare molti amici, un’amicizia che si è consolidata nel corso degli anni attraverso i frequenti contatti che intrattengo regolarmente, dall’altro lato è impossibile non provare un forte dolore per le difficili condizioni in cui è costretto a vivere questo popolo che ha dovuto fuggire dalla sua terra. Ormai siamo giunti alla terza generazione di giovani e bambini nati e cresciuti nei campi profughi dell’Algeria e il loro territorio e le loro radici li conosciuti solo dalle fotografie, dalle carte geografiche e attraverso i racconti dei loro padri e dei loro nonni”.
“Le condizioni di vita di un campo profughi situato in un ambiente secco e arido come il deserto con temperature che superano i 40 gradi in questa stagione ma arrivano a 58 in agosto, si possono facilmente immaginare. Ma viverle direttamente, anche se per pochi giorni, è un’altra cosa. Molti piccoli gesti per noi quotidiani, come fare una doccia, bere un bicchiere d’acqua fresca, mangiare un frutto o regolare la climatizzazione in casa, in queste situazioni diventano molto difficili e a volte impossibili. Ma, nonostante tutte le difficoltà, questo popolo orgoglioso ha deciso di non emigrare e di lottare pacificamente e in modo caparbio per poter ritornare alla loro terra, in attesa che finalmente venga attuata la decisione delle Nazioni Unite di svolgere un referendum per l’autodeterminazione delle popolazioni del Sahara Occidentale occupato dal 1975 dal Regno del Marocco”.
“In questo periodo storico, dove la costruzione di muri e di barriere in Europa e in America per impedire i flussi migratori e la libera circolazione delle persone costituisce un elemento di dibattito politico e sociale, la vista dal vivo al muro lungo 2.720 chilometri costruito dal 1980 dal Marocco è stata sconvolgente come ogni volta. In occasione di questo viaggio, insieme a una delegazione di alcune ONG spagnole guidata anche da una da una rappresentante del Consiglio Europeo e con una troupe televisiva, abbiamo avuto modo di avvicinarci relativamente a questo muro, il quale è protetto anche da mine anti uomo e anticarro – si stima tra le 6 e le 9 mila – disseminate tra la sabbia del deserto ed è presidiato da 165.000 soldati dell’esercito del Marocco con caserme ogni 5 km e ogni 10 km sono dotati di armamenti pesanti e sistemi contraerea. Di questo muro, che viene definito “il muro della vergogna” se ne parla molto poco, ma vi assicuro che è una struttura molto impressionante, sia per la presenza fisica, ma anche e soprattutto per quello che rappresenta e significa per l’umanità e non è un reperto storico-archeologico ma è una minacciosa realtà dei tempi attuali.”
“Al temine di questo impegnativo viaggio, desidero ringraziare, anche a nome dell’associazione che rappresento, tutte le altre associazioni, le istituzioni, gli enti locali e tutti i cittadini e le persone del nostro territorio che da anni collaborano con noi e ci sostengono in questo importante progetto di solidarietà e porto loro il saluto e la riconoscenza del popolo Saharawi e dei loro rappresentanti istituzionali della Repubblica Democratica Saharawi.”
Arona, 25 Aprile 2017