Un bel (pesante) fardello
giovedì 23 marzo 2017
Dalla lettura della determinazione dirigenziale n° 61/2017 del 23 febbraio scorso e della n° 422/2016 del 7 novembre 2016, richiamata nella n° 61, ci è sembrato, per un attimo, che l’esecuzione di sondaggi archeologici sul lungo lago di Corso Marconi fosse finalizzata a riqualificare la passeggiata come “museo archeologico a cielo aperto della città di Paestum o Pompei”.
Non siamo, e difficilmente si può restare, insensibili alle testimonianze del passato, che consentono di conoscere e studiare l’evoluzione della nostra civiltà e città; proprio per questa ragione ci siamo spinti -mediante la consultazione a ritroso degli atti- a capire ed approfondire di più sulla valorizzazione del tratto di cinta muraria Borromea rispetto a quanto c’è stato finora riferito.
Abbiamo in tal modo rinvenuto nella relazione, menzionata di seguito, questo stralcio della pianta della città che risale all’anno 1644.
Quelle torrette che spezzano la linearità sulla cinta muraria caratterizzano invero il perimetro lacuale del territorio e costituiscono elementi gradevoli ed attrattivi.
E’ di tutta evidenza che nel corso dei 373 anni seguenti quel perimetro abbia subito delle modificazioni e che la superficie urbana sia stata ampliata verso lago.
Come pure è evidente che le mutate esigenze della popolazione, legate anche a nuovi mezzi di trasporto e collegamento, abbiano reso necessario l’adeguamento della carreggiata stradale, al punto che nel tratto di congiunzione, pur ristretto, di Corso Marconi con piazza Del Popolo si erano comunque realizzate due corsie veicolari.
Riteniamo quindi che aver rifatto il tratto terminale del lungolago come oggi lo vediamo, sia stato un errore; l’utilizzo di materiali diversi sapientemente utilizzati, avrebbe ben conciliato la visualizzazione dell’antico tracciato storico, con le nuove esigenze, soprattutto viabilistiche e di sicurezza, che nel tempo si sono affermate.
Come più volte espresso, noi riteniamo che il recupero di quel tratto di cinta, sotto il profilo della viabilità, sia un pesante fardello per tutti gli aronesi: di oggi e di domani.
Se, dopo i lavori di rifacimento dei sotto servizi (fognatura, acquedotto ecc.) eseguiti nei primi cinque mesi dello scorso anno, nel tratto tra Corso Cavour e corso Marconi, la larghezza della carreggiata stradale di corso Marconi è tornata ad essere quella dell’anno 1644, sono risultati vani – tutto ad un tratto – gli sforzi fatti dai nostri padri, nell’arco dei 373 anni precedenti, per rendere possibile mano a mano la circolazione viaria adeguata alle esigenze contingenti.
E più grave ancora è che in questo “tornare indietro nel tempo” nessun ruolo decisionale sia stato riservato alla popolazione, che nei fatti è la VERA vittima sacrificale.
Come grave è che il committente del presunto recupero e valorizzazione di quella porzione di cinta muraria borromea sia stato, come si evince dal prospetto della relazione tecnica inoltrata alle due Soprintendenze di competenza, ACQUA Novara – VCO Spa con sede in Novara.
Recupero che è stato migliorato, rispetto l’originale proposta progettuale di Acqua Novara – VCO, dalle indicazioni formulate nei pareri della Soprintendenza ai Beni culturali (Prot. N° 9152 del 29.04.2016) e della Soprintendenza ai beni Archeologici (Prot. N° 3426 del 28.04.2016).
Se questa relazione – già nella prima riga – motiva l’intento di valorizzare la cinta muraria per incrementare il richiamo turistico, c’è da pensare che l’Amministrazione comunale, nonostante gli annunci auto celebrativi fatti, abbia preferito nascondersi dietro Acqua Novara – VCO Spa, temendo forse il flop di questa scelta; e per gli storici sarà un bel “rompi capo” comprendere il perché Acqua Novara – VCO Spa, che per scopo societario ha solamente la gestione delle reti idrica e fognaria, coltivi anche un interesse in campo turistico.
E sullo sviluppo della città alcuni indici, invero, prospettano al momento un quadro non proprio rassicurante:
A. i pernottamenti di turisti in città nell’anno 2016 hanno fatto registrare una media giornaliera di 14 persone,
B. il saldo demografico è ormai negativo da diversi anni e la città vede diminuire continuamente la sua popolazione,
C. i nuclei famigliari, benché vi sia una diffusa tendenza alla monogamia famigliare, nel 2016 sono diminuiti di 40 unità rispetto a quelli dell’anno 2011; in base ai dati rilevati all’anagrafe comunale sono 6827 nel 2016 e 6867 nel 2011.
Stante l’attuale irreversibilità della scelta operata, urge ridare fluidità alla circolazione stradale cittadina, superando subito il divieto di svolta a sinistra dalla rampa mediante la costruzione di una rotonda sopra il parcheggio di Largo Compagnia dei Quaranta e procedere dopo all’inversione dell’attuale senso di marcia.
A tal fine ci auguriamo e speriamo che questa possibilità costituisca l’asso nella manica dell’Amministrazione in vista del recupero edilizio di Villa Cantoni, annunciato per l’anno in corso.
Il pesante danno arrecato alla città sia, almeno dove possibile e per il bene di Arona, immediatamente mitigato.
M. Cavalli – A. Di Natale – M. Ziggiotto