Cordoglio ad Arona per la scomparsa di Antonio Torelli
martedì 18 gennaio 2022
È mancato nella serata di lunedì 17 gennaio all’età di 88 anni l’ingegner Antonio Torelli figlio di Carlo, ex senatore della Repubblica Italiana. Era conosciuto per il suo impegno politico come consigliere e assessore comunale, ma anche per la sua professione nell’edilizia, tra cui la progettazione della Chiesa del quartiere San Luigi, l’asilo “Papa Giovanni XXIII” dei Tre Ponti, l’oratorio di Arona e la sede della CRI. Era anche attivo nelle associazioni, dal CAI cui fu presidente agli Amici della Rocca e anche docente all’Uni Tre di Arona. Torelli fu anche instancabile collaboratore della stampa diocesana novarese dagli anni ’70 collaboratore de Il Sempione presso la redazione di Arona e fu riconosciuto Benemerito della Stampa diocesana novarese nel 2009.
Antonio ha lasciato i figli Valentina, Carlo e Simona e le sorelle Anna, Pia, Franca e Carla con le rispettive famiglie.
I funerali si sono svolti mercoledì 19 gennaio alle 14.30 nella chiesa Collegiata di Santa Maria di Arona per poi proseguire alla cremazione.
L’avvocato Alberto Zanetta ricorda Antonio Torelli
Antonio mi scuserà, ne sono sicuro, se non saprò parlare di lui come grande aronese, se non saprò tratteggiarne in modo acconcio la sua figura, per come è stato e per come il suo ricordo merita.
Ma tant’è: i tanti, tantissimi ricordi di lui e della sua persona possono ordinarsi per tre aspetti: l’ingegnere, il cattolico democratico, l’aronese.
L’Ingegnere: così era noto in città, rampollo di una stirpe di avvocati (il nonno Pio, il padre Carlo, lo zio Massimo, mai iscritti al Fascio) scelse la facoltà d’ingegneria e la laurea in ingegneria civile, svolgendo per tutta la vita la professione in Arona e non solo, con competenza, serietà e rigore. Avviò e gestì un prestigioso Studio Professionale in viale Berrini, esempio per i figli Valentina e Carlo, anch’essi laureati al Politecnico di Milano che ne continuano l’attività.
Fu docente per anni all’Istituto Tecnico per Geometri De Filippi di San Carlo: generazioni di geometri sono state da lui formate.
Quante edilizia civile pubblica e privata lo ricorda in città!! E non solo civile: la sua attenzione per la comunità rifulge nella Chiesa di San Luigi, nell’asilo Papa Giovanni XXIII ai Tre Ponti, nella sede della CRI e nella Casa della Gioventù.
Il Cattolico democratico: cattolico, non bigotto non clericale non beghino, cattolico nella luce del Concilio, membro per anni del Consiglio Pastorale, cattolico nel solco della luminosa tradizione di famiglia sin dallo zio Guglielmo arciprete d’Arona allo spirare del XIX secolo.
Impegnato nel laicato e nelle opere sociali: attento e zelante collaboratore del settimanale “Il Sempione”, di cui per anni ed anni fu capo redattore, curandone impostazione ed impaginazione senza imporre mai nulla ma sempre in dialogo critico e costruttivo. Oh le serate del martedì in redazione con Lui, don Piero Cerutti, la Graziella, la Raffella, il Mario Cristina, una “squadra” di amici affiatati in quel servizio alla Comunità reso liberamente e disinteressatamente nell’ambito della SDN di Germano Zaccheo e Bartolo Fornara.
Il cattolico democratico: aderente, nella tradizione di famiglia che fu prima popolare poi democristiana poi ancora popolare, alla DC, ne visse in prima persona le vicende locali sia nel partito che nell’amministrazione civica che lo vide assessore sempre presente, rigoroso e competente come Lui era. Sempre pronto all’impegno in prima persona chiedendo agli altri tutto quello che prima chiedeva a sé stesso.
Un carattere forse più chiuso rispetto al Senatore? Forse, ma in realtà, leale, generoso, disponibile e sempre in prima persona per quanti avevano occasione o motivo d’incontrarlo magari solo in occasione d’una partita a tennis a Dagnente.
L’aronese: è il tratto che più ne ha segnato la persona e la vita, che maggiormente rimane nel nostro ricordo. Un aronese autentico, membro attivo e partecipe della Comunità, “colonna” della locale Sezione del CAI (anche qui nel solco della tradizione di famiglia), con la quale e per la quale si spese tantissimo nel rifugio Città di Arona all’alpe Veglia in quel di Varzo Ossola e nel dibattito e nelle iniziative per il costituendo e costituito Parco Naturale Regionale.
Un aronese misurato non tronfio, schivo non trionfalista ma sempre presente, sempre attivo. La certosina sua opera per la difesa della memoria e della storia locale nella raccolta e nella divulgazione delle fonti e nella custodia dell’archivio di famiglia.
Quante pubblicazioni e quanti contributi culturali! Uno in particolare merita citazione perché ne compendia attenzione, cura e metodo della ricerca, della conservazione e della rielaborazione della Memoria patria: “Per un’Idea (con la “I” maiuscola) Carlo Torelli 1904-1994”, la biografia del padre, del Senatore, biografia sobria, misurata, documentata mai oleografica, mai celebrativa, ma tutta piena, viva, palpitante di quell’ “Idea” per cui si visse una vita intera.
Così era Antonio, così ricordiamo Antonio, noi che l’abbiamo conosciuto, stimato ed apprezzato. Antonio non è andato via, è ancora qui, nella stanza accanto anche se non lo si vede, basta ricordarne la figura e la persona per sentirne la presenza.
Scusami Antonio se molto ho omesso o dimenticato di Te, ma questo è il ricordo che ho e che conservo di Te e della Tua magnifica persona.
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Virginia D’Angelo ricorda l’ing. Antonio Torelli
La recente scomparsa dell’Ing. Antonio Torelli ha lasciato in molti aronesi un immenso dolore e a me, in particolar modo, oltre anche a un grande vuoto in quanto la sua presenza ha segnato gli anni più significativi della mia vita.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo ai tempi che frequentavo le scuole superiori (Istituto per geometri di Verbania) e da lui mi recavo solo per qualche periodo in estate per fare lo stage scolastico e successivamente il praticantato per l’esame di abilitazione alla mia attività di geometra libera professionista. Una volta ottenuta l’abilitazione ad esercitare la libera professione ho avuto l’onore di averlo al mio fianco per anni. È stato lui a insegnarmi i “primi passi” nel mondo professionale e a trasmettermi la passione per l’edilizia e la progettazione in quanto, per lui, ogni cosa era semplice e aveva la capacità di insegnare sempre con il sorriso e immancabile pazienza qualunque argomento; era evidente che la sua professione la esercitasse con passione, infatti mi aveva più volte raccontato che la sua scelta di intraprendere, con determinazione, la strada di ingegnere era “controcorrente “ allo standard della sua famiglia (ove il papà e lo zio erano avvocati) e la sua visione che “nel dopoguerra la necessità sarebbe stata quella di costruire le città” fu perspicace e delinea uno dei tanti suoi aspetti caratteriali.
Anche la sua fede ha avuto un riflesso nella sua attività lavorativa in quanto tanti sono stati i progetti da lui realizzati per la parrocchia e gli edifici a servizio dei bisogni dei cittadini.
La nostra collaborazione è durata fino a qualche fa, quando lui decise definitivamente di non occuparsi più del suo studio d’ingegneria e lasciandolo così al suo caro figlio Carlo.
Con il trascorrere degli anni mi ha sempre fatta sentire una figura “di famiglia” e, come spesso mi diceva, ha rappresentato un nonno che, con i suoi insegnamenti e consigli, è stato per me una guida anche nella vita.
Mi ha sempre coinvolta anche in alcune delle sue attività extra lavorative, dall’organizzazione delle slide dei suoi convegni all’Università della Terza Età, alla preparazione dei tanti articoli da lui scritti per il giornale locale Il Sempione, alla preparazione del libro del suo adorato papà Senatore Carlo Torelli.
Il nostro è sempre stato un rapporto all’insegna della fiducia, della stima e del rispetto reciproco e per questo porterò sempre nel mio cuore il ricordo del suo sorriso, del suo ottimismo, della sua ironia, dell’amore per la sua Armanda, per i suoi figli e nipoti, dei suoi racconti su vari ambiti di vita (famiglia, politica, hobby ecc.) e dei valori che mi ha insegnato.
Lo ricorderò sempre anche ogni volta che vedrò una montagna in quanto più volte mi raccontava le gite fatte con la sua famiglia all’Alpe Veglia e mi mostrava le numerose fotografie scattate sapendo che io una simpatia per la montagna proprio non l’ho ma, ascoltandolo parlare con quel suo tono innamorato e i suoi grandi occhi azzurri pieni di gioia quasi, a volte, riusciva a farmi cambiare idea.
Non potrò scordare neppure un’altra sua grande passione, ereditata da suo papà, per il mondo politico e amministrativo ove ha militato nella Democrazia Cristiana negli anni ’70 e ’80 e ha svolto il ruolo di consigliere comunale e Assessore ai lavori pubblici nel comune di Arona. Nel mio ruolo di segretaria del Circolo locale del Partito Democratico ricordo anche il suo impegno e la sua passione per le attività politiche ove, da nostro iscritto (fino a pochissimi anni fa), si è sempre messo a servizio con il suo ascolto e la sua collaborazione.