Retrospettiva su Lido e dintorni
Nel pomeriggio del 26 giugno 2010, fu entusiasticamente festeggiata – dopo decenni di abbandono ed incuria – la riapertura del lido e i giovani affiliati a SvarioGroup, ai quali l’Amministrazione – con il voto unanime del Consiglio Comunale – aveva affidata temporaneamente la gestione dell’area centrale con relativa spiaggia, contagiarono di gioiosa euforia il resto della popolazione. Sembrò che la città avesse ritrovato improvvisamente la strada smarrita.
In quell’estate tutto induceva a pensare alla “sperimentazione in corso” di un modello economico di sviluppo, in cui si poneva attenzione al bene comune e ai codici etici della reciprocità, della fiducia e della relazione.
E non fu puro caso se nella seduta del 28 luglio 2010 il Consiglio Comunale con delibera n. 77 all’unanimità istituì il registro del servizio civico volontario comunale.
Come pure non si perse tempo per promuovere l’affidamento in gestione del fabbricato (bar dell’ex campeggio Broglia), presente nell’area del lido, per lo svolgimento di attività di ristorazione.
E con delibera n. 101 del 30 settembre 2010 il Consiglio Comunale approvò all’unanimità il disciplinare di gara per l’affidamento di quel fabbricato in concessione demaniale pluriennale migliorativa, finalizzata oltre che alla gestione ma preventivamente alla sua ristrutturazione edilizia.
Si “fecero i conti senza l’oste” perché la gara espletata andò deserta e cosi pure la successiva.
Aldilà dell’esito negativo delle due gare corse comunque voce che fosse stata presentata al protocollo del Comune da parte di un cittadino un’offerta economica; l’Amministrazione, seppure incalzata sul punto, glissò sull’argomento.
Di ufficiale vi fu solamente la comunicazione dell’allora Assessore al patrimonio datata 29 novembre 2013 prot. n. 41131 in risposta ad una interrogazione consiliare scritta.
In questa si legge testualmente:
– “la demolizione del fabbricato ubicato al Lido di Arona è stata prevista in bilancio quale ipotesi subordinata all’espressione di un parere favorevole in tal senso da parte dell’Agenzia del Demanio”
– “in ogni caso, prima di addivenire ad una decisione saranno valutate le possibilità, ivi compresa quella di esperire un bando per la gestione dell’area che comprenda a carico dell’aggiudicatario gli oneri relativi all’intervento sul fabbricato (ristrutturazione o demolizione)”.
Si voleva dunque la demolizione del fabbricato.
Ma perché radere al suolo un fabbricato che, in assenza di pericolo per la pubblica incolumità, costituiva comunque un valore patrimoniale e anche ricordo per diversi cittadini degli anni giovanili trascorsi in quel luogo?
L’amletico dubbio non venne sciolto con la discussione della mozione consiliare, votata nella seduta del 15 aprile 2014 con delibera n. 7, con la quale era stato proposto di offrire il fabbricato del lido in comodato pluriennale ad un’Associazione di volontariato sociale, il cui statuto prevedesse lo svolgimento di attività sociali compatibili con il contesto ambientale circostante, interessata e disponibile a perseguire il graduale recupero edilizio dello stesso finalizzato allo svolgimento della propria attività sociale.
In verità l’allora assessore al turismo, incaricato a relazionare e discutere la mozione, non aggiunse nulla di nuovo rispetto all’obiettivo indicato nella comunicazione sopra menzionata.
La mozione fu rigettata senza farne conoscere il motivo e poco importò alla maggioranza consiliare compatta di cadere in contraddizione bocciando, alla prova dei fatti, il volontariato che pur aveva valorizzato in precedenza con l’istituzione dell’apposito registro.
Con quel voto il Sindaco e i suoi consiglieri mostrarono ancora una volta, se ve ne fosse stato bisogno, di considerare il proprio modo di essere, di sentire e di giudicare come l’unico possibile e valido in assoluto, manifestando d’essere miopi e/o poco illuminati per non cogliere che la prestazione resa gratuitamente dal volontario resta tale in qualunque ambiente e in tutte le finalità da conseguire.
Purtroppo la tendenza all’egocentrismo emerge anche dagli atti del secondo mandato della confermata Amministrazione.
Se il lido ancora oggi non è aperto al pubblico è conseguenza diretta di questa impostazione politica.
Nell’indetto bando di gara per l’affidamento della concessione demaniale relativa all’area spiaggia e a quella su cui insiste il fabbricato in questione, approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 28 settembre 2015 con delibera n. 41 e successivamente modificato con delibera consiliare n. 78 del 28 dicembre 2015, è manifesto appunto l’indirizzo egocentrico.
Esempio pertanto dimostrativo dei limiti e dei danni che l’egocentrismo ha e può produrre; e poiché un vecchio proverbio evidenzia che “non è tutto oro ciò luccica”, sarebbe forse il caso di riflettere che “ neppure è oro ciò che cercano di rendere luccicante” e in questo caso è desumibile dalle due delibere sopra citate, peraltro precedute da un vistoso e non giustificato dietrofront della Giunta che:
– il 28 ottobre 2014 con delibera n. 111 inseriva nel piano triennale delle opere pubbliche 2015/2017 l’intervento “LIDO – Riqualificazione area e Ristrutturazione immobile” per un importo di 700 mila euro finanziato con proventi da privati e
– nella relazione illustrativa del bilancio di previsione per l’anno 2015, approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 2 luglio 2015 ne prevede semplicemente l’abbattimento.
Un ulteriore ed utile approfondimento di questa tendenza egocentrica potrebbe venire da un’analoga e prossima retrospettiva su “Rocca e dintorni”.
M. Cavalli – A. Di Natale – M. Ziggiotto