Carenza di medici ad Arona: sindaco e minoranza a confronto
domenica 11 agosto 2024 – Comunicato stampa
Di seguito, pubblichiamo il comunicato stampa del sindaco di Arona, Alberto Gusmeroli, riguardante la carenza di medici di famiglia. Il sindaco ha scritto all’ASL per affrontare l’emergenza sanitaria che interessa Arona e i territori circostanti, compreso il Vergante. A seguire, riportiamo anche la risposta del gruppo consiliare di minoranza, Impronta Civica.
Comunicato stampa del sindaco di Arona Alberto Gusmeroli
Ad Arona, come in moltissimi Comuni delle nostre province, mancano i medici di famiglia e manca il turn over generazionale per garantire la sostituzione di quelli in procinto del pensionamento.
Proprio nei giorni scorsi il Sindaco di Arona Alberto Gusmeroli si è attivato scrivendo prontamente all’Asl di Novara per mitigare gli attuali disagi e far fronte all’emergenza.
Le richieste inoltrate dal primo cittadino aronese sono le seguenti:
1 – l’aumento (previsto per legge) da 1.500 a 1.800 del numero dei mutuati per ciascun medico (per questo il Sindaco ha scritto ad ogni medico di famiglia tramite l’Asl);
2 – la possibilità di aprire il CAP per le prescrizioni mediche a tutti coloro che fossero rimasti senza medico di base o per chi ce l’ha lontano dalla propria residenza;
3 – la possibilità di utilizzare le guardie mediche di turno per le prescrizioni mediche;
4 – la possibilità per ogni cittadino rimasto senza medico di base di recarsi da un altro medico con il quale NON è mutuato per le prescrizioni urgenti.
L’Asl di Novara al momento ha garantito massimo impegno per cercare una soluzione tangibile, soprattutto in considerazione del fatto che nel territorio aronese due medici con un alto numero di mutuati sono in procinto del pensionamento.
Impronta Civica: Situazione Medica Critica ad Arona: Urgente Necessità di Soluzioni
La situazione medica nella città di Arona già critica così come in tanti altri comuni italiani è prossimamente destinata ad esplodere. A breve, altri medici andranno in pensione, lasciando molti cittadini senza copertura sanitaria adeguata e anche solo avere delle semplici prescrizioni potrebbe diventare un’impresa.
Eppure solo 5 anni fa c’era chi come l’attuale Ministro Giorgetti, che il nostro Onorevole dovrebbe ben conoscere, con poca lungimiranza preconizzava la fine del ruolo dei Medici di Medicina Generale (vedi https://www.ilsole24ore.com/art/medici-base-calo-ma-74percento-italiani-ci-va-almeno-volta-all-anno-ACUqq5f).
Poi è arrivato il Covid, che ha messo sotto gli occhi di tutti l’importanza della Sanità territoriale, il ruolo essenziale di medici e infermieri. Grandi proclami di interventi strutturali, utilizzo delle maxi risorse messe a disposizione dal PNRR. Sono passati anni e nulla è stato fatto e la realtà presenta il conto.
Sia a livello nazionale che regionale i fondi per la sanità sono stati tagliati ed è mancata una adeguata programmazione. Investite risorse per qualche infrastruttura ospedaliera o il restyling delle case della comunità. Su personale ed organizzazione poco o nulla. Liste d’attesa ormai insostenibili, reparti in mano ai gettonisti.
Quello che serve a livello Nazionale è una politica unitaria, ingenti investimenti, organizzazione: il Paese sembra invece andare nella direzione opposta soprattutto con l’ultima proposta di legge della Lega sull’autonomia differenziata, le cui due misure – la mancata redistribuzione del gettito fiscale proveniente dalle Regioni su scala nazionale e la definizione della programmazione sanitaria su base regionale – rischiano però di minare la tenuta di un servizio sanitario come quello italiano, i cui tratti distintivi, sulla base della legge 833 del 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equo accesso alle cure.
Non si può smantellare progressivamente il Servizio Sanitario Nazionale e poi rendersi conto dopo della sua importanza fondamentale.
Ora il primo cittadino dice di essersi già (?) attivato con la direzione dell’ASL per tentare di trovare delle soluzioni, con proposte però tardive, troppo semplicistiche per affrontare un problema così complesso o già tentate inutilmente. Si appella ai medici per tentare di superare un’emergenza che poi è la tragica normalità senza rendersi conto che lavorare in queste condizioni semplicemente non è accettabile. Prima ci sarebbe da chiedere perché i giovani non siano attratti dalla professione, perché tanti vanno in pensione o lasciano la sanità pubblica per dedicarsi al privato.
Piuttosto che scrivere a ogni singolo medico chiedendo a chi già lavora uno sforzo ulteriore insostenibile, il primo cittadino dovrebbe cercare soluzioni in altre sedi, come spesso sentiamo che fa quando contatta ANAS o Ferrovie dello Stato per provare a risolvere i problemi di strade e treni. Servono più finanziamenti a livello Nazionale e una politica seria a livello regionale, magari iniziando subito in via sperimentale ad attivare il progetto Casa della Comunità, previsto dal PNRR. Sempre che si creda ancora che il Servizio Sanitario Universale sia ancora una risorsa da tutelare.
Come minoranza, vogliamo essere e saremo parte attiva nella ricerca di soluzioni. Siamo aperti a un confronto con il primo cittadino e la giunta e a un lavoro congiunto per garantire un futuro sanitario sicuro e sostenibile per la nostra comunità.
Impronta Civica Arona